Passione

Aforismi

Cesare Beccaria

Ditemi cosa fa bisogno per essere meno infelici, se pure questo nome di felicità esiste.
Fra due leggi opposte, tra due stabilimenti di usanze che hanno inconvenienti e vantaggi, bisogna consultar quale origine abbiano in natura e limitarli coi limiti fissati dalla natura medesima. Esempio il pensiero della posterità che le leggi limiteranno a sufficienza a due o tre generazioni.
Gli uomini preveggono più lontano nelle cose d'opinione che nelle cose reali e di fisici bisogni.
Gli uomini quando non sono sicuri vanno al di là del loro scopo.
Il coraggio de' selvaggi è piuttosto nel sentimento delle proprie forze, ne' muscoli, ma non è coraggioso nell'opinione; onde uno coraggioso di opinione doma facilmente i selvaggi.
Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile. Il fine non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali.
Il giudice non cerca la verità del fatto, ma cerca nel prigioniero il delitto.
Il mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati è di condannare i deboli innocenti.
Il miglior metodo per la lettura dei libri è quello di seguire la legge del piacere.
Il più sicuro ma più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l’educazione.
Il processo medesimo dev’essere finito nel più breve tempo possibile. Qual più crudele contrasto che l’indolenza di un giudice e le angosce d’un reo? I comodi e i piaceri di un insensibile magistrato da una parte e dall’altra le lagrime, lo squallore d’un prigioniero?
Il proibire una moltitudine di azioni indifferenti non è prevenire i delitti che ne possono nascere, ma egli è un crearne dei nuovi.
L'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere.
L'inclinazione degli uomini ad un tale o ad un tal altro piacere è una grande sorgente della diversità dei caratteri: e questa inclinazione spesso proviene dalla prima sensazione piacevole che uno prova da bambino: egli sarà sempre avido di simili piaceri.
L'intenzione della pena di schiavitù perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato.
L'opinione è forse il solo cemento della società.
L'oscurità delle cause fisiche moltiplica agli occhi del popolo le azioni delle cause morali.
L'unica e vera misura dei delitti è il danno fatto alla nazione.
L'uomo ama di scorrere in un circolo di varie abitudini piuttosto di gettarsi in una serie nuova d'idee.
La carcere è la semplice custodia d’un cittadino finchè sia giudicato reo, e questa custodia essendo essenzialmente penosa, deve durare il minor tempo possibile e dev’essere meno dura che si possa. Il minor tempo dev’esser misurato e dalla necessaria durazione del processo e dall’anzianità di chi prima ha un diritto di esser giudicato.
La causa prossima delle azioni è la fuga del dolore, la causa finale è l'amor del piacere.
La certezza di un castigo, benchè moderato, farà sempre una maggiore impressione che non il timore di un altro più terribile, unito colla speranza dell’impunità.
La morale è stata composta dei sentimenti primitivi forti ed utili che potevano sussistere nei stati di società meno affinata e stretta, dopo si è aggiustata come si può colle modificazioni allo stato peggiore.
La parola diritto non è contradittoria alla parola forza, ma la prima è piuttosto una modificazione della seconda, cioè la modificazione più utile al maggior numero.
La pena di morte diviene uno spettacolo per la maggior parte e un oggetto di compassione mista di sdegno per alcuni; ambidue questi sentimenti occupano più l’animo degli spettatori che non il salutare terrore che la legge pretende inspirare.
La perfezione del momento non è la perfezione della durata; bisogna che vi siano delle uscite ai vantaggi che una nazione va facendo.
La sapienza delle nazioni è quasi sempre un frutto dell'infelicità loro passata.
La tortura è il mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati e di condannare i deboli innocenti.
Le cause fisiche più possono a cangiar che le cause morali. Le morali si mettono facilmente in equilibrio.
Le idee più durevoli e più efficaci sopra di noi sono quelle delle quali vediamo i limiti.
Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una libertà resa inutile dall’incertezza di conservarla.
Le leggi, che pur sono o dovrebbon esser patti di uomini liberi, non sono state per lo più che lo stromento delle passioni di alcuni pochi, o nate da una fortuita e passeggiera necessità.
Le nazioni allora più pensono a perfezionarsi ne' loro stabilimenti e mandano uno splendore più luminoso quando son più corrotte.
Lo spirito d'ordine combina fortemente le idee ricevute. Lo spirito di scoperta cerca un nuovo lato comune fra una idea ricevuta, ed una nuova: dunque versa intorno ai lati delle idee per la parte che non sono legati nell'ordine; dunque lo spirito di scoperta s'oppone allo spirito d'ordine: Ma bisogna avere il coraggio di trovarsi spesso in errore.
Lodate troppo una persona e diventa pedante; negligentate troppo una persona, o l'avvilite, o la diventa intraprendente; rare volte ha la costanza di voler meritarsi semplicemente la vostra stima.
Nel dispotismo l'uomo è al disotto de' suoi sentimenti naturali, nelle repubbliche è al di sopra, nelle monarchie è al livello.
Nessun giuramento ha mai fatto dire la verità ad alcun reo.
Nessun uomo ha fatto il dono gratuito di parte della propria libertà in vista del ben pubblico; questa chimera non esiste che ne’ romanzi.
Non vi sono idee astratte se per idee astratte altra cosa s'intende che le sensazioni semplici. Non vi sono idee generali, ma parole che inchiudono sotto l'istesso nome una moltitudine d'idee simili. Sarà dunque idea generale quando si paragona successivamente l'istessa parola con una moltitudine d'idee simili; sarà un'idea astratta quando si paragona successivamente più idee simili con una terza dissimile. Il moto non è un'idea semplice, né astratta, ma un giudizio in paragone del medesimo corpo successivamente coi punti dello spazio, e cogli altri corpi.
Non v’è cosa più pericolosa di quell’assioma comune che bisogna consultare lo spirito della legge. Questo è un argine rotto al torrente delle opinioni.
Non è l'intensità della pena che fa il maggior effetto sull'animo umano, ma la estensione di essa.
Ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall'assoluta necessità è tirannico.
Ogni delitto, benchè privato, offende la società.
Ogni pena che non derivi dall’assoluta necessità, dice il grande Montesquieu, è tirannica; proposizione che si può rendere più generale così: ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall’assoluta necessità è tirannico.
Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio.
Perchè ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a’ delitti, dettata dalle leggi.
Perché una pena ottenga il suo effetto basta che il male della pena ecceda il bene che nasce dal delitto.
Quanto la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile.
Quanto più regole e quanto più soggette ad eccezioni ha una scienza, tanto è più lontana dalla sua perfezione: le regole primitive sono formate di tutti i dati e perciò contengono in se tutte le combinazioni e le differenze dei rapporti.
Quell'uomo è di maggior genio che può avere un maggior numero di idee semplici presenti alla mente e distribuire sopra un maggior numero il suo interesse.
Se, al sentire che alcune parole o idee hanno delle associate nella nostra mente e queste non si risvegliano, nasce l'inquietudine che è un dolore, così pure quando non è la solita, né la più strettamente associata che si risveglia; così pure se le parole senza le sue corrispondenti idee si presentino, o queste senza di quelle.
Spesso il primo sentimento che si presenta in morale non è il migliore per la legislazione, chiave che spiega i motivi e i pretesti di molte cattive leggi.
Tre sono le sorgenti delle quali derivano i principii morali e politici regolatori degli uomini. La rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della società.
Trovare nella distribuzione delle ricchezze il massimo punto di durata di disuguaglianza possibile, e così il minimo.
Un uomo non può chiamarsi reo prima della sentenza del giudice, nè la società può toglierli la pubblica protezione, se non quando sia deciso ch’egli abbia violati i patti coi quali le fu accordata.
Uno dei più gran freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma l’infallibilità di esse.
Volete prevenire i delitti? Fate che le leggi sian chiare, semplici, e che tutta la forza della nazione sia condensata a difenderle, e nessuna parte di essa sia impiegata a distruggerle.
È meglio prevenire i delitti che punirgli. Questo è il fine principale d’ogni buona legislazione, che è l’arte di condurre gli uomini al massimo di felicità o al minimo d’infelicità possibile.